Untitled 1
Rirella Editrice - rirella.editrice@gmail.com
Rirella Editrice - rirella.editrice@gmail.com
Responsive Flat Dropdown Menu Demo
Home Blog 

LA GROTTA DI TIBERIO A SPERLONGA ED IL SOLSTIZIO INVERNALE

La villa di Tiberio a Sperlonga si trova vicino a Terracina, in una splendida zona costiera e panoramica, che nel 184 a.C. fu resa accessibile dalla costruzione della via Flacca.
Nel 4 d.C. Tiberio fu adottato da Augusto come suo successore, e ristrutturò una preesistente villa che forse apparteneva alla famiglia di sua madre Livia Drusilla, trasformandola in una sontuosa villa marittima imperiale. E vi soggiornò spesso prima di ritirarsi nell’isola di Capri.

circeo visto dalla grotta2412.jpg

Fulcro del complesso era un’enorme grotta naturale, la «spelonca» da cui deriva il nome Sperlonga, che divenne una spettacolare grotta-ninfeo riccamente decorata. 

Nel 1957 l’ingegner Erno Bellante scoprì il celebre gruppo statuario di Ulisse che acceca Polifemo, un altro con Scilla, ed altre sculture ridotte in frammenti oggi sistemate nel bellissimo Museo del sito archeologico della Villa di Tiberio a Sperlonga.
    
All’interno della grotta Tiberio fece costruire un grande bacino circolare circondato da una banchina per camminare, collegato a un altro bacino rettangolare che si estendeva all’esterno.

La grotta si suddivide in due grotte minori, A a sinistra e B a destra, che in origine erano molto più ampie e irregolari, con anfratti secondari; la loro forma venne regolarizzata costruendo muri rivestiti di pietra pomice che si confondono con le rocce naturali. 
E lì sistemò un lussuoso triclinio estivo, dal quale ancor oggi si può vedere uno splendido panorama col promontorio del Circeo, dove secondo la leggenda abitava la maga Circe.

In fondo alla grotta A una porta dà accesso a un cubicolo con tre nicchie rettangolari per i letti (nelle case romane dell’area vesuviana vi sono cubicoli attigui ai triclini, che servivano per riposarsi dopo il pranzo o la cena). Le pareti conservano qualche frammento della decorazione parietale con mosaico di pasta vitrea e conchiglie.

La grotta B ha un podio con gradini che salgono nella parte interna sopraelevata. In fondo è stata scavata un’ampia nicchia rettangolare, dove con ogni probabilità era collocato il grande gruppo scultoreo di Ulisse che acceca Polifemo, rinvenuto nel 1957 assieme ad altre sculture di soggetto omerico di cui si è detto.

00 poifemo italiano
Grazie a Google Earth abbiamo visto che le due grotte avevano un orientamento (azimut)  che corrisponde al tramonto dei due Solstizi. La grotta A è orientata verso il tramonto del Solstizio invernale, 21 dicembre; la grotta B è orientata verso il tramonto del Solstizio estivo, 21 giugno.

Fin dalla preistoria, i Solstizi sono le date chiave più frequentemente scelte per strutture o edifici orientati astronomicamente, in modo che le illuminazioni avvenissero solo in quei giorni e fossero un segnale sacro della presenza della divinità.

Le osservazioni sul posto hanno confermato le nostre ipotesi di un orientamento astronomico.
Il 19 giugno del 2019 abbiamo visto il Sole tramontare al centro della Grotta stando al centro della nicchia sul fondo. Lo stesso è avvenuto durante i due eventi pubblici organizzati nel giugno del 2022 e del 2023 grazie alla Direttrice del Museo, la dottoressa Cristiana Ruggini.

Altre osservazioni del 23 e 24 dicembre del 2019 hanno confermato l’orientamento della grotta B, grazie alla collaborazione del personale gentilissimo del sito, che ha scattato le fotografie e al quale va il nostro più sentito ringraziamento.
(Purtroppo nei mesi di novembre e dicembre il sito chiude alle 16:00 quindi non è possibile osservare il tramonto dalla Grotta. Stessa cosa nei mesi estivi perché il sito chiude alle 19:00).  

Il ciclo statuario di Ulisse ricordava le ascendenze divine di Tiberio e della Gens Claudia, che discendeva da Telegono, il figlio che Ulisse ebbe dalla maga Circe (figlia di Helios, il Sole). 

Solo nei giorni dei due solstizi la luce del sole entrava nelle grotte, illuminando il triclinio e gli ospiti che partecipavano ai banchetti. Le illuminazioni erano un segno della presenza divina, confermavano l’origine divina dell’imperatore, e quindi ne legittimavano il potere in quanto intermediario fra uomini e dèi.

L’imperatore romano era al contempo capo politico e religioso, essendo Pontifex maximus, la più antica ed importante carica sacerdotale romana. In quella veste Tiberio partecipava a suggestivi banchetti nella Grotta, che avevano un significato simbolico religioso e rituale, sottolineato dalle ierofanie solstiziali.

Rif. Bibliografico
© 2021-24  Rirella Editrice  

6957 Castagnola (Ticino) Svizzera.
Numero di registro fiscale: 5904874
Numero di controllo fiscale: 635.56.659.000
e-Mail: rirella.editrice@gmail.com 

PAY WITH PAYPAL


ennegitech web e social marketing

Sviluppato da Ennegitech su piattaforma nPress 2408