I Saturnalia, erano la più importante festa religiosa dell’antica Roma, e coincidevano con i giorni del Solstizio invernale (21 dicembre), quando il Sole sembrava stentasse a risorgere e la morte apparente della Natura andava esorcizzata con speciali rituali, affinché il Sole riprendesse il suo corso.
I Saturnalia erano un rito di passaggio dall’Anno Vecchio all’Anno Nuovo, molto simile alle nostre feste di Natale e Capodanno. Si scambiavano regali, si preparava un grande banchetto per allietare la lunga veglia notturna, in attesa che sorgesse il Sole del nuovo anno. Vi era un gioco molto simile all’odierna tombola: i numeri estratti avevano anche funzioni oracolari, e servivano a predire il futuro. Negozi, scuole e tribunali venivano chiusi, le guerre erano sospese.
Originariamente i Saturnalia erano dedicati al dio Saturno, al quale in seguito si sovrappose Dioniso, e con lui ai vecchi rituali si aggiunsero le feste sfrenate e le abbondanti libagioni tipiche del suo culto.
Il Sol invictus era il Sole invincibile, che rinasceva ogni giorno ed ogni anno a nuova vita e sconfiggeva le tenebre e la Morte. L’imperatore Adriano era raffigurato come Sol Invictus alla guida della Quadriga del Sole in un’enorme scultura in bronzo che coronava il suo Mausoleo, l’attuale Castel Sant’Angelo a Roma, come spieghiamo nel libro «Castel Sant’Angelo. Mausoleo di Adriano. Architettura e Luce».
Nel III secolo d.C. ai Saturnalia si affiancò il culto del Sol Invictus, divinità solare d’origine orientale che era stata importata dall’imperatore Elagabalo nel 218 d.C.
Nel 274 d.C. l’imperatore Aureliano ne fece il culto di Stato ufficiale: il Sol Invictus era Dominus Populi romani, e l’imperatore ne divenne Dominus et Deus, divinizzato già in vita in quanto discendente del dio Sole per nascita.
Molti edifici romani sono orientati in modo da creare illuminazioni solo nei giorni del Solstizio Invernale. Erano un segnale sacro luminoso: quelli erano i giorni giusti per celebrare rituali legati ai Saturnalia e a Fors Fortuna, come spieghiamo in dettaglio nel nostro libro «Villa Adriana. Architettura Celeste. I Segreti dei Solstizi» che potete acquistare in questo sito.
Lo abbiamo scoperto nella Villa Adriana di Tivoli, negli edifici di Roccabruna e Accademia.
Nell’Accademia il Sole entra da una porta e i suoi raggi illuminano l’edificio per tutta la sua lunghezza, attraversando anche il Tempio di Apollo, nei giorni del Solstizio invernale ed estivo.
A Roccabruna stessa cosa avveniva nel Tempietto al piano superiore (andato distrutto), dove il Sole entrava dalla porta principale, situata in cima ad una gradinata. Il Tempietto doveva somigliare a quello che si vede in un affresco di Ercolano, preceduto da una gradinata.
Nella sala a cupola del piano inferiore di Roccabruna uno speciale condotto luminoso crea ancor oggi un Cerchio di Luce nei giorni del Solstizio invernale, mentre in quelli del Solstizio estivo si vede una Lama di Luce.