Già nel III secolo d.C. Dione Cassio scrisse che «Il Pantheon a causa della sua copertura a volta ricorda la volta celeste».
Nel 1991 l’astronomo italiano Aldo Tavolaro scoprì che il Pantheon era una grande meridiana sferica che indicava le stagioni: «È possibile determinare le date dell’anno osservando la posizione della macchia di luce al mezzogiorno astronomico [...] Se è inverno, l’ovale della luce non scende mai al di sotto del cornicione, se è estate scende sino a illuminare il pavimento del tempio».
Una di queste illuminazioni si verifica il 21 aprile, che era il Dies Natalis della città di Roma.
La luce illumina il grande portale in bronzo per quindici giorni consecutivi, dal 15 al 29 aprile. La stessa illuminazione è visibile anche quattro mesi dopo, dal 13 al 27 agosto, giorni che non sono legati a nessuna festività particolare del Calendario romano (tranne il 15 agosto, Feriae Augusti).
Questa ed altre spettacolari illuminazioni come l’Arco ed il Quadrato di Luce sono spiegate in dettaglio nel libro di Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano: «Pantheon Architettura e Luce», con splendide fotografie inedite.
L’illuminazione indicava che quello era il giorno giusto e il momento giusto per i riti religiosi, che potevano essere presieduti dall’imperatore Adriano nelle vesti di Pontifex Maximus, la massima carica sacerdotale romana.
L’imperatore Adriano agiva come intermediario fra gli uomini e gli dèi, e doveva vegliare e mantenere la Pax Deorum cioè la protezione favorevole della divinità sull’impero e su lui stesso.